Sabato 17 ottobre, in occasione della cerimonia di premiazione del MIA|MERCATO INTERNAZIONALE AUDIOVISIVO di Roma, sono stati annunciati i tre progetti vincitori della IX edizione del PREMIO CARLO BIXIO. Tra questi, con grandissima emozione, c’eravamo anche noi.
Il PREMIO CARLO BIXIO, promosso da APA, RAI e RTI e realizzato con il patrocinio di SIAE, dà a giovani autori under 30 un’opportunità unica, quella di essere letti e valutati da grandi professionisti del settore. Quest’anno il bando era dedicato alle serie televisive. La Giuria, presieduta da Gabriella Campennì Bixio, è composta da Leonardo Ferrara per Rai, Francesca Galiani per RTI, Ivan Cotroneo, Graziano Diana, Francesco Vicario e Monica Rametta.
Insieme alle mie amiche e colleghe Elettra Sofia Mauri e Ilaria Polimeni abbiamo vinto il “Premio Cordusio per i giovani” con il nostro progetto di serie tv Non chiamateci influencer. Una serie comedy-drama ambientata a Milano che racconta il mondo delle webstar, con tutte le sue luci e ombre. Questa la motivazione della giuria: «Per l’ideazione brillante di una commedia sul contemporaneo, e la volontà di affrontare con uno sguardo sagace e politicamente scorretto un mondo che è sotto gli occhi di tutti e di tutti condiziona i comportamenti, ma non è ancora stato al centro di una narrazione televisiva: quello appunto degli influencer e del loro mercato, talvolta apparentemente surreale eppure realissimo.»
Ringraziamo di cuore la giuria e gli organizzatori del Premio per aver creduto nel nostro progetto e per averci dato questa grande opportunità. Ringraziamo il MIA Market per l’ospitalità e la calorosa accoglienza. E ci auguriamo presto di poter portare la nostra serie sullo schermo.
Per tutti i curiosi, questo è l’incipit del progetto:
“Ciao, siamo Elettra, Ilaria e Susanna e da circa 27 anni – chi più chi meno – siamo Millennial. Facciamo parte di quella generazione felicemente cresciuta con la Melevisione, che negli anni Novanta-Duemila si è scatenata a ritmo di Gabry Ponte e ha pianto tutte le sue lacrime con i Coldplay, che è passata dalle chat di MSN a quelle di Facebook e ha molti più amici online che offline. Quella generazione che mentre si spaccava la testa sui banchi dell’università, con la consapevolezza di fare stage sottopagati fino ai 30 anni e di non poter mai aprire un mutuo né avere una pensione, si è vista superare a destra da una schiera di YouTuber, food blogger, influencer e Ferragni-wannabe. E ha quindi capito di aver sbagliato tutto nella vita.
Per fortuna i social vengono in nostro soccorso. Sì, perché pur vivendo in trenta metri quadri, possiamo comunque scattare foto instagrammabili di quell’angolo libreria; pur avendo due occhiaie che fanno invidia a Nosferatu, col filtro giusto sembreremo sempre radiose come Kylie Jenner; pur avendo una vita sociale il cui culmine è la cena dai genitori – finalmente si mangia qualcosa di decente e non ordinato su Glovo! – riempiamo i nostri profili di party e viaggi pazzeschi, quei pochi che possiamo permetterci. Almeno questo dovete concedercelo: abbiamo perso il controllo su tutto, sul futuro, sui sogni, ma la nostra immagine, quella no, finché avremo uno smartphone a salvaguardarla, resta saldamente nelle nostre mani. Del resto, a chi importa cosa c’è oltre il filtro bellezza?
Già, a chi importa? E chi siamo, noi, dietro quello schermo?
Ecco, la nostra serie parla di questo.”